
LEGGE REGIONALE 25 novembre 2016, n. 19
SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA. ABROGAZIONE DELLA L.R. N. 1 DEL 10 GENNAIO 2000
Art. 33
Coordinamenti pedagogici
1. Nell'ambito degli obiettivi definiti dagli enti e soggetti gestori, il coordinamento pedagogico rappresenta lo strumento atto a garantire il raccordo tra i servizi per la prima infanzia all'interno del sistema educativo territoriale, secondo principi di coerenza e continuità degli interventi sul piano educativo e di omogeneità ed efficienza sul piano organizzativo e gestionale. Il coordinamento pedagogico concorre sul piano tecnico alla definizione degli indirizzi e dei criteri di sviluppo e di qualificazione del sistema dei servizi per l'infanzia.
2. Presso ciascun comune capoluogo è istituito un coordinamento pedagogico territoriale (CPT), di ambito territoriale provinciale, formato dai coordinatori pedagogici dei servizi per l'infanzia accreditati, con compiti di formazione, confronto e scambio delle esperienze, promozione dell'innovazione, sperimentazione e qualificazione dei servizi, nonché supporto al percorso di valutazione della qualità di cui all'articolo 18. La Regione promuove iniziative di raccordo di area vasta.
3. La direttiva di cui all'articolo 1 comma 4 potrà prevedere una diversa allocazione del CPT, in attuazione della normativa regionale di riferimento.
4. I comuni e gli altri enti pubblici o soggetti gestori dei servizi accreditati garantiscono la partecipazione dei coordinatori pedagogici al CPT. Al CPT possono partecipare altresì i coordinatori dei servizi autorizzati.
Dal Ministero dell’Istruzione:
“Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei” di cui all’articolo 10, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65
5 - Interventi strategici per la realizzazione del sistema integrato zerosei
Il decreto legislativo 65/2017 ha individuato alcuni interventi strategici per la costruzione del sistema integrato, prevedendo ponti organizzativi e funzionali tra le strutture, sostenendo la qualità di tutta l’offerta educativa e garantendo la capacità di rispondere dinamicamente ai cambiamenti demografici, sociali e culturali che inevitabilmente interessano il mondo dell’infanzia. Ci si riferisce in particolare al coordinamento pedagogico territoriale, alla formazione in servizio di tutto il personale, al consolidamento e potenziamento delle sezioni primavera e all’estensione dei Poli per l’infanzia. Nella loro realizzazione intervengono con competenze diverse e complementari tutti e tre i livelli di governance: Stato, Regioni ed Enti locali.
Il coordinatore pedagogico e il coordinamento pedagogico territoriale
Il coordinatore pedagogico, responsabile del coordinamento pedagogico, ha conoscenza ed esperienza dei contenuti propri dell’ambito educativo zerosei e degli assetti organizzativi e gestionali che ne regolano l’offerta educativa. Ha il compito di curare il funzionamento dell'équipe educativa e svolge la funzione di indirizzo e sostegno professionale al lavoro individuale e di gruppo degli educatori/insegnanti e del personale ausiliario delle istituzioni educative a lui affidate, concorrendo all’arricchimento della loro professionalità e valorizzandone la motivazione all’impegno educativo. Il coordinatore promuove la partecipazione sollecitando l’incontro tra gli educatori/insegnanti e i genitori dei bambini per confrontarsi sulla progettazione educativa e sulle prospettive dell’educazione dei bambini; inoltre, cura il raccordo, le connessioni dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia con i servizi sociali e sanitari.
Il coordinatore crea le condizioni organizzative affinché la riflessione professionale possa essere esercitata in modo collegiale proponendo riunioni periodiche di gruppo (di sezione e di struttura) e strumenti come le pratiche di osservazione e documentazione. Mediante l’osservazione sistematica, l’analisi e il monitoraggio delle attività e delle relazioni educative, dei bisogni dei bambini e delle loro famiglie, il coordinatore individua le esigenze formative degli educatori/insegnanti e del personale ausiliario e propone approfondimenti formativi qualificati.
Nelle scuole dell’infanzia statali l’azione di coordinamento è svolta dal dirigente scolastico al quale sono espressamente attribuite funzioni di leadership educativa e valorizzazione delle risorse professionali, così come tali compiti, nelle scuole paritarie, sono assolti dai responsabili delle strutture. Queste funzioni potrebbero essere dai predetti delegate a figure stabili di coordinamento e referenti, da individuare in relazione al possesso di specifiche competenze pedagogiche e organizzative, da esercitare in stretto raccordo con il dirigente scolastico e il collegio docenti in relazione alle rispettive competenze in merito alle scelte educative e didattiche e al piano triennale dell’offerta formativa. L’introduzione nella scuola statale di un organico potenziato può consentire alle istituzioni scolastiche singole e in rete di assegnare compiti organizzativi e di coordinamento a insegnanti particolarmente qualificati, così come raccomandato dalle Indicazioni nazionali per il curricolo (2012).
Il coordinamento pedagogico territoriale è un organismo stabile nel tempo che comprende e riunisce i coordinatori dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia esistenti su un territorio (statali, comunali, privati, paritari) e costituisce un elemento indispensabile dal punto di vista tecnico-pedagogico della governance locale del sistema integrato svolgendo un ruolo fondamentale nell’espansione e qualificazione dello zerosei attraverso il confronto professionale collegiale.
Il coordinamento agevola una progettualità coerente, insistendo sulla costruzione di percorsi di continuità verticale, tra servizi educativi e scuole dell’infanzia, anche con attenzione alla costituzione di Poli per l’infanzia, e tra scuole dell’infanzia e primo ciclo dell’istruzione, nonché percorsi di continuità orizzontale, tra servizi educativi e scuole di diversa tipologia e gestione e tra servizi, scuole e territorio. In questa prospettiva il coordinamento organizza scambi e gemellaggi tra i diversi servizi educativi e tra questi e le scuole dell’infanzia, pubbliche e private.
Il coordinamento elabora una riflessione pedagogica centrata sul territorio che cerchi di rappresentarsi le condizioni di vita e i diritti all’educazione e di cittadinanza di tutti i bambini, anche di coloro che non frequentano alcun servizio educativo o scuola dell’infanzia, con il coinvolgimento delle famiglie non utenti di servizi. A partire dall’individuazione delle diverse esigenze e dei cambiamenti sociali, demografici e urbanistici propone progetti per l’estensione e la diversificazione dell’offerta educativa sul proprio territorio di competenza, sviluppando altresì azioni di monitoraggio, valutazione e audit. Fornisce il proprio contributo tecnico, anche propositivo, nella definizione delle priorità di interventi che confluiscono nei piani di zona concertati tra gli attori locali. Il coordinamento pedagogico territoriale è elencato tra gli obiettivi strategici che lo Stato intende raggiungere mediante il Piano d’azione pluriennale, il quale potrebbe anche destinare a detto obiettivo strategico una specifica quota di finanziamento. È, però, compito delle Regioni promuovere i coordinamenti pedagogici territoriali d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale e le rappresentanze degli Enti locali. È, infine, responsabilità dei Comuni, anche in forma associata, attivare il coordinamento nell’ambito territoriale di loro competenza, in collaborazione con i gestori di tutte le strutture educative pubbliche e private, che assicurano la partecipazione dei rispettivi coordinatori pedagogici. La presenza delle figure di coordinamento delle strutture educative statali contribuisce a consolidare la condivisione delle scelte progettuali e gestionali dell’offerta educativa sul territorio.
L’accresciuto numero e la maggior varietà di strutture coinvolte nel coordinamento pone in primo piano la questione della definizione dell’ambito territoriale di competenza del coordinamento, che può variare a seconda della configurazione dell’offerta educativa, dell’assetto amministrativo e della conformazione geografica, dando vita a diverse soluzioni (circoscrizioni, distretti, unioni di Comuni, ecc.). La Regione, a sua volta, d’intesa con gli Uffici scolastici regionali e le rappresentanze degli Enti locali, promuove forme di coordinamento pedagogico a livello regionale, in base alle caratteristiche territoriali e in considerazione della pluralità dei soggetti gestori dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, per organizzare interventi formativi sostenendo confronti, scambi di esperienze, innovazione e qualificazione del sistema integrato.