Documentare per le famiglie: condividere per collegare
di Cinzia Guandalini, Responsabile servizi per l’infanzia e la famiglia, Comune di Ferrara
Vivere ci mette continuamente a confronto con l’altro, familiare, amico, sconosciuto, straniero. E in tutti i nostri incontri e in tutte le nostre relazioni abbiamo bisogno di comprendere l’altro e di essere compresi dall’altro. Vivere è avere continuamente bisogno di comprendere e di essere compresi. La nostra epoca di comunicazioni non è tuttavia un’epoca di comprensioni. (Morin E., Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014, pp.18/19)
Le richieste e le aspettative delle famiglie, nell’incontro con i servizi educativi e integrativi 0/6, sono in continua trasformazione. I cambiamenti sul piano dei modelli sociali, culturali e valoriali, degli ultimi decenni, hanno spinto gli operatori dei servizi educativi e integrativi per l’infanzia a valorizzare il loro ruolo nel promuovere particolare cura alle relazioni e ai legami con le famiglie, nell’ottica del servizio educativo come ambiente di vita e bene comune. Come pedagogista, rilevo, fondamentalmente, la richiesta, da parte delle famiglie, di essere accompagnate e coadiuvate nelle proprie funzioni, ma senza essere espropriate delle loro competenze; sempre più attente a collaborare e per questo interessate a partecipare attivamente alla vita dei Servizi, in un’ottica di corresponsabilità educativa e coeducazione.
L’emergenza pandemica ha messo in luce quanto sia fondamentale la relazione educativa tra gli adulti che condividono il progetto di educazione e cura, di una bambina o di un bambino. Dal momento in cui sono iniziate le restrizioni in merito all’ingresso nei servizi educativi e integrativi per l’infanzia, da parte dei familiari, per motivi legati alla prevenzione del contagio da coronavirus (COVID-19); all’annullamento dagli incontri plenari in assemblea dei genitori; alla rarefazione delle relazioni quotidiane tra genitore e insegnante, immediatamente è emerso un forte disagio, una sensazione di mancanza, di perdita, un vuoto relazionale che, a volte, si è fatto comunicativo ed affettivo, tra servizi e famiglie .
Questo mostra, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la competenza educativa che si esaurisce nell’intervento sui bambini, oggi, è quanto mai limitata. Per gli operatori dell’infanzia, è inevitabile dirigere lo sguardo ai processi relazionali che il bambino vive in famiglia, con riflessività, per generare nuovi sguardi e nuove competenze professionali, perché non esiste dicotomia tra il fatto di occuparsi dei bambini e dei relativi nuovi bisogni delle famiglie. Per questo occorre ripensare a modalità di informazione, comunicazione e relazione con le famiglie che permettano di comprendere e farsi comprendere. A tale scopo può essere d’aiuto la documentazione educativa, per attivare un reale processo democratico che sostiene e garantisce visibilità alla cultura dell’infanzia che si pratica dentro i servizi, affinché possa essere avviata una relazione profonda e autentica con le famiglie.
In un contesto socio-culturale profondamente cambiato dall’emergenza pandemica, urge la necessità di riportare le questioni emotive e relazionali in termini di dialogo, confronto, oltreché lavorare sui processi emozionali che stanno alla base dei processi di mutamento di idee e comportamenti. Questa fase molto delicata del nostro vivere, ci porta inevitabilmente ad essere collettori di fragilità e ci autorizza ad attrezzarci a cogliere queste insicurezze e paure, con funzione di accoglienza, vicinanza, attivando reti ed azioni che possano sostenere le famiglie, nei loro compiti di cura e accudimento dei figli.
Non dobbiamo mai scordare che le famiglie che iniziano l’esperienza della frequentazione dei Servizi educativi e integrativi, hanno necessità di confrontarsi, raccontarsi, condividere. Perciò è urgente interrogarci su come possiamo migliorare la comunicazione con gli adulti, attraverso una maggior trasparenza, che rassicuri, conforti e ci consenta di essere, quanto più possibile, trasparenti e collaborativi, per favorire un’alleanza solidale e costruttiva di tutta la comunità educativa.
Per ovvi motivi, dunque, la documentazione educativa come processo strategico per accompagnare, dialogare e confrontarsi con le famiglie, attraverso strumenti di informazione e comunicazione, utilizzando anche i social media, rappresenta uno strumento per passare dall’implicito all’esplicito in educazione, per informare, comunicare e presentare i processi svolti all’interno dei servizi per l’infanzia: memoria storica, immagine sociale e culturale di un servizio si costruiscono, negli anni, proprio sulla base della documentazione realizzata dai gruppi di lavoro.
Penso innanzitutto alla pratica della documentazione pedagogica per imparare a raccontarsi, per facilitare un dialogo comune sull’infanzia e costruire una narrazione di ciò che si fa quotidianamente nei servizi educativi per l’infanzia, rendendo visibili pratiche e processi di apprendimento, stili relazionali e proposte educative, che vengono mostrati e sottoposti a riflessione e interpretazione, oltreché a valutazione.
Progettare e realizzare la documentazione educativa, cambia la capacità dell’insegnante di porre attenzione ai bambini e alle esperienze, per restituire un’idea delle persone bambine intese come comunità, che insieme costruiscono la loro esperienza e le loro intelligenze.
Da ciò risulta imprescindibile che il modo di pensare alle attività e alle esperienze realizzate con i bambini sia il frutto delle riflessioni condivise del gruppo di lavoro che ragiona, progetta, discute in merito a valori, pratiche, stili di lavoro; per realizzare formazione, riflessione, verifica e confronto, da socializzare e discutere con le famiglie. Documentare per sé e per gli altri significa, dunque, assumersi responsabilità nel descrivere, discutere, decidere la bambina e il bambino che abbiamo in mente.
Occorre tenere ben presente quali contenuti intendiamo documentare e le forme che riteniamo più adatte a migliorare la comunicazione con le famiglie, al fine di realizzare un materiale autentico e coinvolgente, perché, mentre documentiamo, stiamo raccontando un’esperienza, di cui dobbiamo ricercare il significato, per chiarirne senso e valore.
Funzionale a ogni inizio di ricerca, a mio avviso, diventa l’incontro con i Centri di Documentazione Educativa, dove trovano casa documentazioni differenti, sia per contenuto che per forma. Lo studio e l’analisi delle documentazioni educative prodotte da altri Servizi, può diventare così un primo approccio di studio; un esercizio finalizzato a progettare e realizzare le documentazioni utili per il proprio servizio, con chiarezza di finalità e scopi formativi.
L’attenzione comunicativa prevede la consapevolezza dei linguaggi che vengono scelti dal gruppo di lavoro, nella documentazione educativa, a seconda di ciò che intende trasmettere, con un occhio di riguardo per chi si ha intenzione di coinvolgere, con il proprio messaggio. La natura delle documentazioni, può essere diversa (cartacea, multimediale, audiovisiva) ma è strategico il ruolo che gli insegnanti giocano nel racconto, nel portare alla luce cosa intendono documentare, scegliendo immagini e didascalie sintetiche e mai banali, che vanno ad arricchire il linguaggio fotografico.
Le parole costruiscono la realtà e pertanto l’attenzione comunicativa prevede la consapevolezza del tipo di linguaggio che utilizziamo per far passare un contenuto che intendiamo arrivi, chiaro e diretto, ad ogni interlocutore coinvolto nella relazione. Le immagini ci consentono di creare un’esperienza che può qualificare in modo importante e positivo le relazioni, permettendo alle équipe di esplicitare e rendere visibili idee e punti di vista sul mondo dell’infanzia. Il linguaggio influenza il pensiero: quindi è strumento che permette nella sua forma verbale esplicita, l’apprendimento di concetti.
Questa dimensione del linguaggio va fortemente condivisa all’interno del gruppo di lavoro. Non va mai sottovalutato inoltre che, al di là della condivisione del codice linguistico, c’è l’interpretazione. Perché quando noi comunichiamo andiamo a descrivere agli altri il modo in cui percepiamo il mondo che ci circonda: nell’atto della descrizione, mostriamo, con le parole, quegli oggetti, ambienti, paesaggi e situazioni che abbiamo percepito con i nostri sensi o che abbiamo immaginato, attraverso una descrizione che può essere oggettiva o soggettiva e varia a seconda del punto di vista dell’osservatore.
Nel progettare la documentazione, risulta molto efficace selezionare immagini che evochino sensazioni, emozioni attraverso un linguaggio fotografico efficace e immediato, che porti le famiglie a riflettere sul significato profondo delle emozioni dei bambini e delle scelte educative. Non va dimenticato che l’immagine è molto efficace e potente, ma può essere ambigua, mentre le parole hanno un differente valore in termini di chiarezza di significato. Per questo va posta molta attenzione nella scelta e nell’uso che facciamo delle immagini perché queste non devono certo rappresentare forme vuote e sterili. Né tantomeno essere significanti (forme) privi di significato (sostanza).
I messaggi che possiamo veicolare, ad esempio, con una documentazione fotografica, appesa sui vetri o nell’atrio della scuola, sempre disponibile e fruibile per le famiglie, ci permettono di essere espliciti e immediati in merito a valori, progetti e alle modalità dello stare con i bimbi di quel servizio, senza entrare nell’assoluto del linguaggio pedagogico, spesso molto tecnico e che, per molte famiglie, può risultare incomprensibile.
La sfida rispetto a forme e modalità idonee a documentare, funzionali a trasmettere al meglio ciò a cui teniamo di più, in termini di relazione con le famiglie, impone sperimentazione e ricerca continua, oltreché formazione in differenti ambiti della comunicazione, come abbiamo avuto modo di sperimentare durante alcuni periodi della Pandemia, in cui i servizi educativi e integrativi hanno funzionato a regime ridotto o sono rimasti chiusi, e i gruppi di lavoro, con la supervisione delle Coordinatrici Pedagogiche, si sono sperimentati, per la prima volta, con i LEAD (legami educativi a distanza), organizzando attività a distanza, in coerenza e in continuità con il progetto educativo e didattico di ogni plesso ed elaborando contenuti pedagogici , a supporto della genitorialità. La documentazione condivisa con bambini e famiglie, in questo caso, ha contribuito a creare un dialogo costante, creando innanzitutto vicinanza ed empatia, per superare paure e incertezza sul futuro, attraverso incontri e condivisione virtuali, per superare l’isolamento fisico ed affettivo nel quale siamo stati tutti costretti a vivere. I contenuti che abbiamo veicolato, ad esempio, , tramite il padlet, “bacheca virtuale” sulla quale i gruppi di lavoro dei servizi hanno imparato a caricare, posizionare e condividere file e materiali relativi a immagini, pdf, video, tramite specifica formazione, hanno contribuito a migliorare e rafforzare relazione e informazione con le famiglie, per orientarle meglio sugli obiettivi educativi e le progettazioni educative in essere nei servizi; per colmare vuoti di comunicazione diretta e per dare significato comunque all’esperienza educativa dei loro figli, pur nelle ristrettezze e limitazioni imposte dal periodo.
Un’ultima riflessione che rappresenta anche una sfida per tutti noi: se la documentazione è dunque fondamentale per costruire legami, il gruppo di lavoro, nell’atto della sua progettazione, mentre si interroga sulle sue finalità, riesce davvero a creare quel desiderio comune di conoscere e condividere?
Notizie
BIMBI IN FESTA - UNA SETTIMANA DI INIZIATIVE PER L'ANNIVERSARIO DELLA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA
Dal 16 al 21 novembre prossimi una serie di eventi per i bambini e le loro famiglie programmati dal Comune di Ferrara celebrererà il trentaduesimo anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
Attraverso diversi linguaggi (dalla narrazione, all'arte, alle conversazioni a tema, ai laboratori...) sarà possibile riflettere sui diritti che riguardano i più giovani, e sulla loro importanza per una società rivolta al futuro.
Al seguente link è disponibile il volantino SETTIMANA DEI DIRITTI 2021 (con calendario degli eventi)
Immagini e parole da un anno stra-ordinario
Una significativa restituzione, sull’ultimo numero della rivista Zeroseiup (n.4, 2021), del percorso formativo Osservare, documentare e cambiare attraverso la documentazione fotografica di Manuela Cecotti a cui ha partecipato il personale educativo del Comune di Ferrara.
“Mai come quest’anno - afferma in questo articolo Manuela Cecotti - il lavoro di formazione nei contesti educativi 06 si è rivelato carico di narrazioni, con esplorazione di concetti a volte dimenticati. Ci si è trovati tutti nella necessità di rimettere in gioco se stessi e la propria professionalità, di rivedere l’ordine dei valori, di fare giocoforza dei bilanci e di proiettare verso il domani nuovi ponti, percorrendo strade non ancora tracciate, alla ricerca di un filo all’interno di un labirinto per buona parte inesplorato. Il raccontare queste esperienze è emerso nei gruppi come cornice possibile in cui inserire la storia collettiva e individuale, professionale e personale, degli adulti e dei bambini. Il presente contributo presenta alcune delle immagini fotografiche e delle parole raccolte e compone alcuni quadri su pensieri ricorrenti per tenere memoria dei vissuti e dei legami e per riflettere su di essi.”
https://www.zeroseiup.eu/immagini-e-parole-da-un-anno-stra-ordinario/
Linee Pedagogiche per il sistema integrato 0/6: ricostituita la Commissione nazionale
Il 14 settembre, si è tenuta la seduta di insediamento della nuova Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita a sei anni.
La Commissione, giunta a scadenza e ricostituita con decreto ministeriale n. 258 del 6 agosto 2021, ha compiti consultivi e propositivi sulla realizzazione del Sistema integrato 0-6, che comprende i Servizi educativi per l’infanzia (nidi, sezioni primavera, servizi integrativi) e la Scuola dell’infanzia, ed è composta da esperti in materia di educazione e di istruzione delle bambine e dei bambini dalla nascita fino all’ingresso nella scuola dell’obbligo individuati dal Ministero dell’Istruzione e dalla Conferenza Unificata. Alla Presidenza della Commissione, la professoressa Susanna Mantovani, docente onoraria di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che succede al dirigente tecnico Giancarlo Cerini, scomparso prematuramente nell’aprile scorso.
Avviato un nuovo stage Erasmus+ nei servizi 0/3 di Ferrara
l 15 settembre scorso un gruppo di tre studentesse dell’Istituto “Antoni Maura” di Palma di Majorca (Spagna) ha incontrato, presso il Centro di Documentazione Raccontinfanzia, l’assessore alla Pubblica Istruzione e tutto il gruppo di coordinamento pedagogico per una presentazione dei servizi educativi ferraresi, in vista dell’avvio di uno stage Erasmus, che durerà fino a dicembre.
L’accoglienza di studentesse spagnole dei corsi di “Scienze dell’Educazione” e di “Educatore per la prima infanzia” (iniziata nel 2013 e che ha fino ad oggi coinvolto le città di Palma di Majorca, Siviglia e Madrid), è ormai una prassi consolidata nei servizi ferraresi. Lo stage 2021/22 acquisisce tuttavia un nuovo significato, essendo il primo dopo l’emergenza Covid, ed ha richiesto l’osservanza di specifici protocolli di sicurezza, a partire dall’uso del green pass e dell’obbligo di svolgere il lavoro nell’ambito di un’unica “bolla” all’interno del servizio prescelto.
Oltre allo stage per le studentesse (è prevista l’accoglienza di un nuovo gruppo nel periodo marzo-giugno) il programma Erasmus prevede anche la visita di alcuni dei docenti degli Istituti invianti per uno scambio con i coordinatori ferraresi.
Aggiornamento della Sezione "Raccolte tematiche"
Nelle pagine web del Centro di Documentazione, all’interno del sito Edufe, sono presenti alcune raccolte tematiche che nel tempo si integrano e aggiornano, a disposizione di tutti coloro che in campo educativo e scolastico continuano a voler conoscere e sperimentare.
La pagina sul tema Lettura ad alta voce è in ordine cronologico l’ultima inserita, e contiene contributi su questo aspetto fondamentale del lavoro educativo.
La pagina dedicata ai Cortometraggi è stata recentemente aggiornata con l’inserimento di nuovi corti in visione.
Suggerimenti di lettura e altri materiali
Continuiamo a proporre, come approfondimento e spunto di riflessione, alcuni materiali legati alle formazioni avviate lo scorso anno scolastico, per il personale educativo dei servizi ferraresi, e alle notizie che vi abbiamo presentato.
Linee Guida per il sistema integrato 0-6 – Intervista a Giancarlo Cerini (clicca qui)
Alberto Pellai (2021), Sta passando la tempesta, Erickson
Il tempo della pandemia ha messo a dura prova le competenze emotive dei più piccoli. Alberto Pellai attraverso la storia Sta passando la tempesta, propone un percorso educativo che accompagni i bambini nell’esplorazione delle proprie risorse interiori e nell’acquisizione, attraverso dieci azioni, di quelle abilità indispensabili per fronteggiare paure e momenti di difficoltà.
Alberto Pellai, Barbara Tamborini (2021), Accendere il buio, dominare il vulcano, Mondadori
Passo dopo passo, raccontando esperienze di vita vissuta, ma anche facendo ricorso alla trama di film particolarmente significativi, Pellai e Tamborini ci accompagnano in un percorso difficile ma essenziale, aiutandoci a comprendere il significato di emozioni che fino a oggi abbiamo visto solo in bianco e nero.
Daniela Lucangeli (2020), A mente accesa. Crescere e far crescere, Mondadori
Daniela Lucangeli si occupa di bambini ad alto potenziale, di bambini con problemi di apprendimento, di bambini che non si sentono capiti, di bambini che soffrono, di bambini che stanno davanti e di quelli che rimangono indietro.
Daniela Lucangeli, Adriana Molin, Silvana Poli (2013), Intelligenza numerica nella prima infanzia. Attività per stimolare le potenzialità numeriche: dalla quantità alla numerosità, Erickson
La ricerca scientifica dimostra come la capacità di comprendere e operare sugli aspetti quantitativi della realtà, di distinguere la numerosità e di stimarla, sia una potenzialità innata nei bambini. Tali processi tuttavia non vanno lasciati, come spesso accade, al solo sviluppo spontaneo ma richiedono strategie educative e interventi adatti a potenziarli.
In consultazione a Raccontinfanzia
Installazioni ad Arte
Cinque artisti, per Nidi e Scuole dell’Infanzia, sul tema dello Spazio.
Nell’anno scolastico 2020/21 la proposta del Laboratorio delle Arti, servizio del Comune di Ferrara. rivolto alle scuole di ogni ordine e grado ( https://www.edufe.it/150/chi-siamo-e-cosa-facciamo ) ha voluto dare spazio a riflessioni e laboratori di Incontro con l'Arte che, in un difficile momento legato alle limitazioni imposte dalla pandemia, aiutassero la "cura educativa" a diventare "pensiero educativo".
L'Arte ha rappresentato uno strumento per unire un'esperienza scolastica, in questo periodo storico, frammentata, partita con una socialità da riconquistare.
A questo scopo i "lavori collettivi" dei piccoli gruppi (all’interno delle sezioni) sono stati assemblati a “creare un' unica INSTALLAZIONE, che ha riconsegnato alla scuola il suo ruolo "sociale".
Per scaricare il progetto "Installazioni ad arte" dettagliato, cliccare qui.
Le documentazioni dei progetti realizzati nelle scuole sono consultabili presso il Centro Raccontinfanzia.